L’anima lasciata nel buio commette peccato. Il colpevole non è colui che commette il peccato, ma colui che ha creato il buio. (V. Hugo)
Qualche giorno fa è successo l’ennesimo spiacevole episodio nei bagni della scuola sec. di I grado: scritte sulle porte, parolacce, svastiche e pipì per terra….La prima reazione è stata di rabbia. Poi è giunto il desiderio di “scovare” il colpevole (o i colpevoli) per avvisare i genitori e punirli…Punizione repressiva? Punizione educativa? Qualsiasi cosa, ma punizione! Con il passare delle ore, consapevoli di non essere dei grandi detective, intorno al tavolo della Presidenza, abbiamo cominciato ad esaminare varie opzioni:
- Divieto di andare in bagno solo a ricreazione
- Permesso di far uscire gli alunni dalla classe “scortati”
- Controllo orario di chi esce dall’aula
- ecc.ecc.
Improvvisamente è arrivata la soluzione: posizionare un collaboratore scolastico davanti al bagno (togliendolo al suo ruolo di vigilanza alle classi e di supporto ai docenti e agli uffici amministrativi)!!! Potrebbe funzionare: una specie di poliziotto che funge da deterrente a chiunque voglia andare in bagno per arrecare danno.
Dopo qualche ora, quando la rabbia è ormai scemata ed è restata solo l’amarezza, rimasta sola, mi sono chiesta: ma che ragazzi stiamo crescendo? Chi stiamo istruendo? Al di là degli apprendimenti, dei voti, della pagella, la scuola non ha forse l’obbligo di formare i futuri cittadini? Dove stiamo sbagliando (intendo la scuola e le famiglie) se a ridosso della Giornata della memoria o dei Calzini spaiati alcuni alunni sentono e assecondano il desiderio di deridere, sporcare, oltraggiare i propri bagni, i propri muri, la propria scuola? A parte la totale assenza di senso di appartenenza, cosa manca davvero a questi nostri ragazzi? Quale disagio vivono ed esternano? Non ci possiamo limitare a dare la colpa ai social a cui abbiamo peraltro delegato l’educazione dei nostri figli; non può essere solo colpa della maleducazione sdoganata anche in TV e nemmeno possiamo dire che è tutta colpa della pandemia che ha sottratto ai ragazzi libertà di movimento…La riflessione deve essere più profonda e deve irradiarsi a tutta la comunità: dai genitori che per primi trasmettono i valori fondamentali del vivere civile, alla scuola che educa attraverso la conoscenza, alla 2 parrocchia, ai centri sportivi, alle associazioni di volontariato che contribuiscono ognuno a proprio modo allo sviluppo armonico dei ragazzi e delle ragazze.
C’è qualcosa di molto triste in alcuni gesti e c’è sempre una richiesta di aiuto in chi li compie…mascherata di sfrontatezza, di arroganza, di vana superiorità…A noi adulti il compito, doveroso, di smascherare tale insolenza e di educare all’affettività, alla solidarietà e al rispetto, trasformando “banali” bravate adolescenziali in momenti di crescita, di consapevolezza e di maturità….insomma, in tutto ciò che è necessario per diventare persone e cittadini veri!
La Dirigente Scolastica
da Referente Sito Web
del domenica, 06 febbraio 2022